LA TRATTA DEL BERNINA
CAMPASCIO (610mt.) I PICCOLI FRUTTI DELLA VALPOSCHIAVO Campascio, villaggio di poco più di duecento abitanti, è noto per la coltivazione dei piccoli frutti: lamponi, mirtilli, ribes, more, fragole. I piccoli appezzamenti di terreno che si sviluppano su dolci terrazzamenti ospitano migliaia di piante di bacche. Qui, il clima temperato e l’altitudine di poco superiore ai 600 m, permettono a questi colorati frutti di raggiungere la perfetta maturazione e di ottenere le caratteristiche organolettiche quali dolcezza, acidità, aroma e profumo che donano valore a questi piccoli frutti di altissimo pregio.
BRUSIO (780mt.) IL VIADOTTO ELICOIDALE nei pressi di Brusio è un vero e proprio simbolo della Linea del Bernina. Il viadotto è il manufatto in pietra sul quale la ferrovia retica descrive un quarto di cerchio con un raggio di 70 metri, è una parte del progetto generale che si sviluppa a spirale. Lo scopo della struttura e delle sue nove campate regolari di dieci metri ciascuna è di prolungare artificialmente la tratta e consentire di superare così il dislivello. La pendenza qui raggiunge il 70 per mille nell’ambito di uno spazio molto stretto come si conforma la Valposchiavo nei suoi primi chilometri. Nella costruzione delle ferrovie a vapore si calcolava che a partire del 50 per mille, ossia da una pendenza di 50 millimetri al metro, fosse necessaria una cremagliera. La Ferrovia del Bernina fu alimentata sin dall’inizio a corrente elettrica questa caratteristica unita ai binari a contatto riuscì ad avere la meglio su una pendenza del 20 per mille superiore.
LE PRESE (965mt.) IL BIO IN VALPOSCHIAVO Nell’area di Le Prese sono presenti diverse aziende certificate BIOSUISSE. Questo è ilrisultato della volontàdegli agricoltori locali pionieri di un modo di coltivare e di allevarefondato sulle risorse naturali. Gli operatori del settore agricolo hanno basato il loro lavoro sulla qualità e non sulla quantità per la conformazione del territorio, così convertirsi al Bio è stata l’unica risposta alle sfide di un’agricoltura classica. Oggi i negozi e i ristoratori sono i primi sostenitori di questo programma proponendo materie prime e piatti cucinati con ingredienti locali. L’amore e il rispetto dei poschiavini per la terra ha permesso di mantenere un’alta qualità nel settore primario, evidente agli abitanti e ai turisti che vivono e percorrono questo ameno territorio.
POSCHIAVO (1014mt.) E’ situata a 1014 m di altezza, il borgo, come tutta la valle, è di lingua e cultura italiana. L’abitato è attraversato dal torrente Poschiavino ed è circondato da verdi prati, orti, frutteti e giardini. Camminando per le vie del centro ci si immerge nella storia di questo borgo in ogni angolo, in ogni palazzo, in ogni chiesa. La Via da Mez percorre la parte nobile dell’abitato allargandosi all’altezza della romanica Collegiata di San Vittore Mauro e arrivando alla Piazza del Comune, dove svetta la medievale Casa-Torre del Municipio. Gli altri edifici ottocenteschi che vi si affacciano fanno parte di un rinnovo edilizio operato in occasione della costruzione della strada carrozzabile del Bernina e a seguito della realizzazione della linea ferroviaria. A pochi passi dalla piazza un cancello in ferro battuto che racchiude un distinto gruppo di edifici dedicato alla comunità protestante di Poschiavo: la chiesa, la casa comunitaria, la residenza del pastore, la casa del custode e l’annesso cimitero, secondo l’antica tradizione. Degno di nota il Palazzo de Bassus-Mengotti che oggi ospita il museo etnografico ed un laboratorio di tessitura e ancora Casa Tomè, un miracolo di conservazione di edilizia rurale risalente al 1357. Al margine meridionale del Borgo si trova il Quartiere Spagnolo, composto da palazzine borghesi dai colori pastello risalenti alla seconda metà dell’800. Il quartiere fu commissionato dai poschiavini di ritorno in patria dopo essere emigrati all’estero in qualità di pasticceri, caffettieri e ristoratori.
CAVAGLIA (1692mt.) IL GIARDINO DEI GHIACCIAI è un parco naturalistico all’interno del quali si possono ammirare le “marmitte dei giganti” vere e proprie sculture della natura. Queste buche cilindriche di notevoli dimensioni scavate nella roccia sono state originate dalla millenaria azione di erosione e levigatura operata da ghiaia e sabbia spinti dall’acqua proveniente dal Ghiacciaio del Palù. L’Associazione Giardino dei Ghiacciai, con l’aiuto di volontari, ha liberato le marmitte dai sassi e dai detriti per rendere visibili ai visitatori quelle che la fantasia popolare, nell’attribuire loro una leggendaria origine, ha voluto chiamare «marmitte dei giganti». Tuttora non si conosce l’esatto numero di questo fenomeno naturale, una stima sembra indicare che a Cavaglia si trovi il più importante e complesso sistema di buche erosive dell’arco alpino.
PER I PIU’ PICCOLI GRUMMO È un gigante buono che vive nel Giardino dei ghiacciai di Cavaglia, dove custodisce il segreto della sua forza gigantesca. Un libricino illustrato, ideato per bambini dai 5 ai 12 anni racconta la storia di Grummo e di come ha fatto a diventare un gigante. Le tavole informative del Giardino dei ghiacciai sono dotate di matrici, che via via vanno riportate nel libretto, per poi in fine svelare il segreto della forza gigantesca di Grummo. Il libretto “Il gigante Grummo” è disponibile presso l’ufficio turistico di Poschiavo oppure scaricabile dal sito.
ALP GRUM (2091mt.) IL SETTORE IDROELETTRICO IN VALPOSCHIAVO Da più di cent’anni le acque del bacino naturale della Valposchiavo valorizzano earricchiscono questo territorio alpino. L’energia idroelettrica ha contribuito in modofondamentale allo sviluppo economico della Valle. Con la costruzione nel 1904 della centrale di Campocologno, al tempo la centrale idroelettrica ad alta pressione più grande d’Europa, ha inizio la storia della società idroelettrica. Nata con il nome di Forze Motrici Brusio AG, nel 2000, dopo una fusione, diventata Retia Energie AG e dal 2010 Repower AG. Solo la disponibilità di elettricità ha permesso la costruzione della linea del Bernina, che considerando la grande pendenza è stata concepita sin dall’inizio come ferrovia elettrica. Le dighe del Lago Bianco e le centrali disposte a quote diverse (Palü, Cavaglia, Robbia, Campocologno) testimoniano tuttora la produzione elettrica. Il lago Bianco, il noto bacino a ridosso dello spartiacque del Bernina, è il risultato dell’unione delle dighe di Scala e di Arlas realizzata nel 1904. Il Lago Bianco è in grado di contenere 18 milioni di metri cubi di acqua e costituisce la ragguardevole fonte energetica della sottostante centrale elettrica del Palù. È un bacino d’accumulo d’acqua da utilizzare nei momenti di maggiore richiesta dato che, fino ad ora, la richiesta di energia si è rivelata sempre maggiore in inverno. Il Lago Bianco può essere considerato un tipico bacino stagionale. Un sistema di pompaggio permette di portare nel Lago Bianco l'acqua del Lago di Palü, situato 300 metri più a valle così da avere una costante livello nel lago. La centrale di Palù, entrata in funzione nel 1927, è la centrale più ad alta quota della catena di impianti in Valposchiavo. È dotata di una turbina Pelton verticale e di una seconda turbina posta oltre 30 metri più in basso e collegate tra di loro da un unico perno. Quando l’acqua proveniente dal Lago Bianco raggiunge, tramite una apposita conduttura, la centrale possiede una pressione di 28 bar. A pieno regime arrivano 4.500 litri al secondo e l’acqua raggiunge le turbine con una velocità di circa 150 chilometri orari. L’edificio è stato progettato da Nicolaus Hartmann jr. Grazie alla sua posizione prominente ricorda una torre medievale. La posizione, sopraelevata rispetto all'attuale livello del lago, è dovuta ai progetti di ampliamento del bacino che poi non vennero mai realizzati. La centrale di Cavaglia progettata da Nicolaus Hartmann jr. nello stesso periodo dell'impianto di Palü (1927), è la seconda centrale situata lungo il salto tra il Lago Bianco e la centrale di Robbia. L'impianto, con una potenza installata di 7 MW e una produzione annua attorno ai 19 GWh, funziona ancora con la prima turbina Pelton installata nel 1927. La centrale di Robbia entrata in esercizio nel 1910, con un salto di oltre 600 metri, figurava, ai tempi, tra le maggiori centrali ad accumulazione e per questo fu al centro dell'interesse degli specialisti del settore. Diede il via all’utilizzo della forza idrica del salto superiore della Valposchiavo e subì diversi ampliamenti nel 1921 e negli anni tra il 1940 e il 1945. La centrale di Campocologno costruita tra il 1904 e il 1907, venne giudicata “la più importante attuazione idroelettrica del continente”. Tecnici di tutto il mondo accorsero a visitare uno dei primi impianti ad alta pressione con un bacino di accumulo naturale, il Lago di Poschiavo. Questa opera pionieristica tra il 1967 e il 1969 fu radicalmente rinnovata. Le dodici turbine di inizio secolo furono sostituite da due turbine Francis, ognuna con una potenza di 25 MW. La captazione dell'acqua avviene nel Lago di Poschiavo, qui l'acqua entra in una galleria sotterranea dove raggiunge il pozzo piezometrico di Monte Scala prima di scendere per la condotta forzata fino a raggiungere la centrale di Campocologno. Il Lago di Poschiavo è un bacino naturale, il cui livello può essere innalzato fino ad un metro grazie a un sistema a barriera.
ECO SENTIERO è una passeggiata nella natura che permette di conoscere meglio il mondo della produzione dell’energia elettrica verde, la sua storia e la sua tecnologia grazie a dodici tavole informative disposte lungo il percorso. Il sentiero costeggia la Linea Ferroviaria del Bernina ed è accessibile da giugno a ottobre. Partendo dalla stazione di Ospizio Bernina si seguono le indicazioni dell’Ecosentiero che vi faranno raggiungere l’area della stazione di Alp Grum e la sottostante Centrale Palù, fino al grazioso abitato di Cavaglia e al Giardino dei Ghiacciai. Ecosentiero Repower
PER I PIU’ PICCOLI PLUSCHIN LA GOCCIOLINA D’ACQUA Nel percorrere l’Ecosentiero i piccoli escursionisti possono seguire le avventure di Pluschin, una simpatica goccia d’acqua che in compagnia della capra Rocco rivela i segreti dell’energia idroelettrica. Dalla collaborazione tra Repower e Bernina Glaciers è nato il libricino “Il viaggio super veloce di Pluschin” disponibile gratuitamente presso l’ufficio informazioni di Pontresina e di Poschiavo.
OSPIZIO BERNINA (2253mt.) IL PASSO DEL BERNINA UNO “SPARTIACQUE LINGUISTICO Oltre ad essere un confine naturale, lo spartiacque segna anche una frontiera linguistica e culturale. In Engadina si parla, infatti, il Romancio mentre nella Valle di Poschiavo l’Italiano. Il Romancio è una lingua di antica tradizione che, insieme al Ladino dolomitico e al Friulano, costituisce il gruppo linguistico reto-romanzo formato da lingue neolatine. Dal 1938 è la quarta lingua della Confederazione Elvetica accanto al tedesco, al francese e all’italiano. La nascita del Romancio trova lontane origini nella conquista romana della regione alpina centrale. La regione a partire dal VIII secolo finì sotto l’influsso germanico e il Tedesco divenne la lingua ufficiale mentre il romancio rimase legato al mondo contadino. Nel corso del tempo il Romancio incominciò ad essere parlato da un numero sempre più esiguo di persone. Nel 1982 venne creata una lingua unificata per tutti i romanci dei Grigioni: il Rumantisch Grischun usata anche come lingua amministrativa ufficiale.
BERNINA DIAVOLEZZA (2082mt.) E BERNINA LAGALB (2099mt.) BERNINA DIAVOLEZZA Superando un dislivello di circa 1.000 metri la funivia (apertura annuale) conduce in circa 10 minuti all’albergo-rifugio Diavolezza a 2973 metri. La sua terrazza affacciata sul maestoso gruppo del Bernina permette di ammirare uno dei panorami più belli delle Alpi.
BERNINA LAGALB Una funivia (apertura solo invernale) porta in prossimità del Piz Lagalb a 2959 metri. Qui nel 1983 Fred Zinnermann vi girò il film “Cinque giorni un’estate “ con Sean Connery.
MORTERATSCH (1896mt.) IL GHIACCIAO DEL MORTERATSCH è il più esteso del Canton Grigione con i suoi 16 km quadrati che in circa 7 km discende alla quota di 2010 m, una delle più basse dell’intero arco alpino. L’imponente lingua glaciale ha origine nel bacino di accumulo situato fra Piz Bernina ed il Piz Zupò. A metà percorso la lingua incontra una strozzatura rocciosa così che essa si rompa in una cascata di crepacci e saracchi che gli alpinisti hanno battezzato il Labirinto.
LA LEGGENDA DEL MORTERATSCH narra la triste storia di Aratsch e della sua amata Annette: il giovane pastore aveva chiesto a un ricco contadino la mano di sua figlia, ricevendo da questi in cambio solo scherno e derisione. Decise allora di partire per terre lontane arruolandosi come soldato. Una volta diventato ufficiale fece ritorno a casa scoprendo che la sua amata era morta di crepacuore. Disperato si tolse la vita. Per lungo tempo, nella valle, si udì lo spirito di Annette piangere intorno al povero Aratsch:” Mort Aratsch! Mort Aratsch!”. Un pastore che si trovava sulla malga infastidito dai lunghi lamenti maledisse la povera anima. Da quel momento il ghiacciaio iniziò ad avanzare e ricoprì in breve tempo l’alpe, la malga e l’intera valle, il ghiacciaio prese il nome di Morteratsch in ricordo di Annetta.
PER I PIU’ PICCOLI LO SPIRITO DELLA MONTAGNA SABI Il suo compito è custodire tutti i segreti degli antichi ghiacciai del Bernina, un compito che svolge perfettamente, ma Sabi ha un sogno! Una serie di indovinelli rintracciabili sui totem informativi dislocati lunga la passeggiata del ghiacciaio aiuteranno i più piccoli a scoprire il grande sogno di Sabi e a imparare tutto sul ritiro del ghiacciaio e la sua misteriosa vita passata.” Il libricino “Il grande sogno di Sabi” si trova all’inizio del sentiero del ghiacciaio del Morteratsch o agli uffici turistici di Pontresina e Poschiavo.
PONTRESINA (1774mt.) LA CAPITALE DELL’ALPINISMO Pontresina non teme il confronto con St.Moritz, qui non c’è sfoggio di mondanità ma una particolare eleganza in stile Belle Epoque. In origine questo abitato si componeva delle quattro frazioni di Laret, San Spieret, Giarsun e Carlinof. Oggi la concentrazione di hotel e negozi lungo la via Maistra le conferisce l’aspetto di un borgo che si sviluppa lungo la via principale. La località, già nota nel Medioevo grazie alla sua posizione ai piedi del Passo Bernina, è adagiata su una terrazza soleggiata, al riparo dal vento, lambita dalla acqua del torrente Flaz e circondata da foreste di larici e pini cembri. Turisticamente si è sviluppata alla metà dell’Ottocento grazie a Klara Chris che ebbe la brillante idea di aprire una locanda con soli tre posti letto per dare ospitalità agli alpinisti inglesi che giungevano in valle per tentare la scalata alle inviolate vette circostanti. La conquista dei 4049 metri della vetta Bernina avvenne per mano di Johann W.F. Coaz accompagnato dai fratelli Tscharner il 13 settembre del 1850. Da allora sorsero velocemente i nuovi e grandiosi alberghi che ancora oggi danno fascino e lustro alla località conosciuta come la “capitale dell’alpinismo”.
PER I PIU PICCOLI LA VOLPE FIX Fix, l’astuta volpe che ama i bambini, li conduce alla scoperta della Val Roseg, una valle di grande bellezza, di origine glaciale che deve il suo nome al Piz Roseg, uno dei più importanti ed alti del gruppo del Bernina. La furba Fix mostra ciò che si può annusare, sentire e vedere attraverso un percorso tematico di 10 tappe. Con Fix si imparano molte cose sul bosco, gli animali, la caccia e molto altro. Il libricino “Fix ti mostra il suo mondo” è disponibile all'ingresso della valle o presso le informazioni turistiche di Pontresina.
ST.MORITZ (1775mt.) Famosa località turistica del cuore delle Alpi situata sulle rive dell’omonimo lago. Elegante e cosmopolita possiede un fascino riconosciuto a livello mondiale tanto da meritarsi l’appellativo di Top of the World. In inverno sulle acque ghiacciate del suo logo le gare di polo e le corse di cavalli, unite alla fama dei suoi 322 giorni di sole l’anno, attirano visitatori da tutto il mondo. Numerosi gli eventi sportivi, culturali e mondani che qui hanno luogo.